di Paolo Panni
In occasione della Festa della Liberazione del 25 Aprile, la nostra associazione ha effettuato una visita al castello reggiano di Rossena ed alla vicinissima torre di Rossenella. Al fine di dare un’adeguata illustrazione del maniero, appare utile riportare, per esteso, gli approfondimenti e la ricerca, effettuati da Cetty Giuffrida, per il portale icastelli.it.
“Il profilo della fortezza di Rossena – si evidenzia sul portale - impiantata su un rossastro colle vulcanico (dal quale trae il proprio nome), costituisce uno degli scorci paesaggistici più suggestivi di tutta l'area matildica. A differenza di altri castelli che nel tempo si sono trasformati in residenze signorili, Rossena ha conservato il suo impianto originario di macchina da guerra posta a difesa del castello di Canossa: la sua funzione era infatti quella di fermare eventuali aggressioni nemiche provenienti da ponente, dalla valle dell’Enza. Il vasto complesso di rocce vulcaniche sul quale si erge la rocca è costituito da lave basaltiche, eruttate in ambiente sottomarino oltre cento milioni di anni fa, e dalla caratteristica struttura "a cuscinetto". Proprio la durezza e la resistenza della roccia, insieme agli eventi storici favorevoli, hanno consentito al Castello di Rossena di giungere pressoché intatto ai giorni nostri. Il castello, presumibilmente eretto nel 950, all’inizio era costituito da un mastio isolato, la cui struttura (ora ribassata) è ancora leggibile al centro della costruzione principale. Per visitarlo occorre risalire a piedi la carrareccia che fiancheggia la rupe. Si passa sotto ai due possenti bastioni e si accede al borgo interno, che comprende anche l'antica Chiesa di San Matteo. Le possenti mura fortificate proteggono tutt’oggi l'accesso al Castello, com’era in passato: muri alti e minacciosi, un'unica entrata ben difesa con caditoie, grate calanti comandate dall'interno e uno spesso portone fortificato. All’interno della rocca, è possibile visitare la cappella interna nella quale è ben visibile l'area della parete di fondo, completamente circondata da affreschi, a cui era addossato un altare per le funzioni religiose. Il mastio, stanza centrale del complesso di Rossena, che la storia ci tramanda come l'antica torre, è il nucleo di ciò che vi si sviluppò attorno. È caratterizzato una forma massiccia, spesse mura e aperture piccole e sottili. Proprio all'interno dello spessore del muro, è stata scavata, già in epoca matildica, un'angusta e ripidissima scala segreta, unico modo per accedere dal piano nobile a quelli superiori. Contiene il camino più grande ed elegante dell'intero castello, decorato nel XVIII secolo; reca ancora ben visibili due stemmi nobiliari, raffiguranti con ogni probabilità il leone rampante, simbolo della famiglia Da Correggio che fu proprietaria di Rossena quasi ininterrottamente dalla fine del XIII secolo al 1612. Sempre all’interno del mastio è visibile inoltre la cosiddetta “sala delle virtù” dove sono stati recentemente rinvenuti interessanti affreschi, risalenti al XVIII secolo. In particolare sono facilmente riconoscibili le tre virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) raffigurate nelle lunette centrali delle tre pareti interne. Nel castello è inoltre possibile passeggiare per l’ampia “piazza d’Armi”, una terrazza con iniziali funzioni di controllo sulla regione circostante e dalla quale si gode del magnifico panorama a tutto tondo. Attorno corrono i camminamenti di guardia, ricavati all'interno delle mura, da cui le sentinelle potevano scorgere il nemico in arrivo e prepararsi a combattere per proteggere il castello.
Di proprietà della Diocesi reggiana, Rossena ha subito un profondo restauro in occasione del Giubileo del 2000 che ne ha permesso il recupero per usi ricettivi. Oggi ospita infatti un ostello da 50 posti letto. E’ interamente visitabile (a pagamento). Di fronte a Rossena si staglia la torre segnaletica di Rossenella, raggiungibile tramite un facile sentiero e anch’essa visitabile su richiesta. I colli vulcanici su cui sorgono il castello e la torre fanno parte della Riserva Naturale Integrata della Rupe di Campotrera, istituita con legge regionale”.
Per quanto riguarda vicende legate al mondo dei “misteri”, da secoli si racconta la triste storia di Rossanella, una giovane vergine che si recò al castello per chiedere la grazia del padre imprigionato dal castellano: questo quando la vide così bella, la volle per sè in cambio della grazia per il padre. La giovane acconsentì per poi ritirarsi in preghiera e da quel momento sparì. Vane furono le ricerche del suo corpo e si racconta che nelle giornate ventose, si possano udire i lamenti di questa fanciulla che invoca il nome del padre.
Sul portale fantasmitalia.it si parla anche di fatti di sangue accaduti attorno al castello e al borgo di Rossena. Vicende in seguito alle quali si udirebbero voci ed urla nei dintorni del maniero.
Una delle guide del castello ci ha inoltre riferito di una ragazza che, in preda a pene d’amore, si gettò dalle mura della fortezza. Anche di lei si udirebbero lamenti in svariate occasioni.
Nella stessa occasione, la nostra associazione avrebbe anche voluto visitare i resti del vicino castello di Canossa. Ci è stato impossibile a causa della incredibile mancanza di parcheggi pubblici. Ci sembra quantomeno singolare che un luogo, che ha deciso di investire sul turismo, abbia una così evidente carenza.
Fonti sitografiche
icastelli.it
fantasmitalia.it
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