26 agosto 2013

IL MISTERIOSO CASTELLO DI SPETTINE



di Paolo Panni






Nonostante le sue condizioni, di evidente rovina, continua a dominare, imponente e misterioso, nel mezzo dei colli piacentini. Stiamo parlando del castello di Spettine, antico fortilizio posto nel territorio comunale di Bettola, di cui si ignora la data di costruzione. Il maniero versa, da tempo, in condizioni di totale abbandono, in larga parte ricoperto dalla vegetazione e presenta, purtroppo, crolli sempre più evidenti e significativi. Di questo maniero, che sorge su un colle a guardia di una antica via di raccordo tra le valli Nure e Trebbia, si ignora la data precisa di costruzione. Raggiungibile soltanto a piedi, o con mezzi fuoristrada, è un luogo ricco di fascino: e di misteri. Il primo possesso fu senza dubbio della nobile famiglia che appunto dalla località prese il nome: i Da Spettine che annoverarono personaggi di rilievo nell'ambito piacentino in epoca comunale. Da citare, in particolare, Guglielmo Da Spettine, che, nel 1272 fu canonico di S. Antonino e decano di Antiochia nonché cappellano di Papa Gregorio X (il piacentino Tebaldo Visconti) e fece a lungo parte dell’entourage del cardinale Ottobono Fieschi; oppure Albertino che nel 1304 fu podestà di Alba e quindi di Asti; ed ancora Pietro, podestà di Tortona nel 1305.
 





Nel 1396 il duca Gian Galeazzo Visconti diede procura ad Antolino de Angusolis, podestà di Pavia, affinchè comprasse a suo nome il maniero che fu poi assediato nell'aprile del 1440 dal conte Giovanni Anguissola, nobile condottiero piacentino, e dai suoi seguaci, che provocarono anche gravi ed ingenti danni alla Val Nure. In seguito il feudo di Spettine, unitamente a quelli di Macerato, Pradovera e Montebarro, passò agli Anguissola i quali ne vennero privati nel 1462 da Francesco Sforza, duca di Milano per avere Onofrio Anguissola, in quello stesso anno, capeggiato una sollevazione di contadini. Dopo l'uccisione dell'Anguissola, avvenuta nel castello di Binasco, nei pressi di Milano dopo molti anni di prigionia, il duca investì di quei beni il suo camerario, Gian Francesco Attendolo. Da segnalare anche che all’inizio del Cinquecento il conte Gian Ludovico Caracciolo (condannato a morte e giustiziato per tradimento nel 1517) ottenne dal re di Francia conferma della sua signoria su varie località della Val Trebbia e Val Perino e su metà del feudo di Spettine; la restante parte competeva invece al conte Francesco Maria Anguissola.





Nomi quindi di importanti e nobili famiglie, come i Da Spettine, gli Anguissola, i Visconti e gli Sforza si alternarono quindi nella proprietà di questo luogo. Tra l’altro, all'inizio del XVI Secolo, peraltro, si ritrovano nuovamente gli Anguissola proprietari di metà del feudo di Spettine (l'altra metà era stata concessa dal Re di Francia al già citato Conte Gian Ludovico Caracciolo).

E’ anche molto plausibile che, con l'affermarsi del potere centrale dei Farnese come guida del Ducato di Parma e Piacenza (istituito nel 1545 da Papa Paolo III), l'importanza degli antichi confini tra feudi appartenenti alle varie famiglie nobili sia venuta meno, e così la rilevanza dei castelli destinati a difenderli. Del resto, la maggior parte degli antici fortilizi si mostrava ormai inadatta a resistere alle nuove tecniche d'assedio, che prevedevano un sempre maggiore impiego di armi da fuoco.

Da sottolineare che già dalla seconda metà del XVII Secolo il castello di Spettine cessa, di fatto, di comparire negli annali storici locali. E’ quindi possibile che da, in linea di massima, da quel momento sia stato abbandonato e lasciato andare in rovina.



Nonostante le evidenti condizioni di abbandono e rovina, sono degni di particolare interesse i locali interni. Di spicco, in particolare, al piano terra, la Sala del Tribunale nella quale vennero giudicate non poche persone. Rimangono inoltre, ancora evidenti, sia il carcere maschile che quello femminile. La prigione delle donne prende aria da una feritoia e bocca di lupo, è di modeste dimensioni e presenta ancora una evidente seduta per i bisogni corporali. Più ampio, ma privo di sedute, il carcere maschile. Interessante è anche la chiesa, posta sul ciglio del dirupo che aggetta sulla valle. L’edificio è in rovina ma se ne possono scorgere le caratteristiche di edificazione; si può ad esempio osservare la pianta a croce latina con l'altare rivolto ad oriente. Non mancano inoltre le notizie sull'importanza di questo edificio nei secoli passati.
Era certamente la più antica della Provincia ed è risaputo che vi si tumulavano salme provenienti dai paesi limitrofi.
In un documento citato dal Campi, si parla di una donazione fatta da Diotisalvi della famiglia Farimonda della chiesa di S. Maria di Spettine alla chiesa di S. Savino di Piacenza. La nostra associazione ha effettuato, poche settimane fa, un sopralluogo sul posto svolgendo anche alcune brevi verifiche di carattere paranormale, con la presenza anche di una medium. E’ stata, va evidenziato, solo una visita fugace che non ha prodotto risultati di rilievo. Ci riserviamo una più accurata indagine quando le condizioni ambientali lo permetteranno.







NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE E SITOGRAFICHE



www.mondimedievali.net

www.valnure.info

 www.esplora.piuaseinza.com

www.panoramio.com

 www.metropolis.it

www.altavaltrebbia.net http://members.xoom.virgilio.it/felcher/bettola/bettolafrazionispettine.html



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