INTERVISTA
SUL PARANORMALE
Luigi
ha passato da tempo la sessantina ma ha ancora un’energia e una
vitalità da far invidia a un quarantenne. Capelli tagliati a
spazzola, ha mantenuto il fisico asciutto e robusto di quando
lavorava a Cinecittà.
Oggi
non recita più, la vita gli ha assegnato una parte che non si è
scelto ma a cui non si è sottratto...
LA
BATTAGLIA
Luigi
è un uomo gentile, dallo sguardo attento e penetrante. Lo puoi
conoscere solo col passaparola, è un sensitivo che non si fa
pubblicità e non chiede soldi. Il male colpisce più di quanto venga
ammesso e raccontato: in molti cercano Luigi, dopo aver saputo di
lui. Persone normali alle quali, a un certo punto, succede qualcosa
di inspiegabile che stravolge la loro vita:
<Il
male e il bene vanno di pari passo, il male grida di più ma il bene
è al suo fianco...>,
ci dice Luigi, che da molto tempo ha ricevuto la “licenza” per
combattere questa battaglia. Proprio come gli disse un prete quando,
venuto a conoscenza della sua storia, gli chiese cosa avrebbe voluto
fare nella vita: Luigi avrebbe voluto fare il pediatra, il medico dei
bambini, ma venendo da una famiglia povera non poteva permettersi gli
studi.
Don
Amos gli rispose <Non
ti preoccupare, la licenza te l’hanno data dall’alto.>
Era uno che la sapeva lunga, il vecchio don Amos: dietro le rughe del
suo viso mite da parroco di campagna nascondeva la determinazione di
chi il male era abituato a combatterlo, nel nome del Signore. Luigi a
sua volta combatte le proprie battaglie, per chi lo cerca ma spesso
anche per chi ancora non sa, per chi è in pericolo, per chi ha
bisogno di un aiuto o per chi non c’è più ma ha ancora bisogno di
una mano. Persone colpite da fatture, malocchi, pratiche nere, oppure
persone in pericolo di vita alle quali Luigi arriva grazie
all’esperienza dei viaggi astrali. Amici, conoscenti ma non solo,
qualcuno arriva anche da lontano dopo aver appreso delle incredibili
capacità di quest’uomo che vive solitario in un angolo poco
conosciuto della campagna piacentina, stradine secondarie e campi
coltivati, una manciata di case sparpagliate in una pianura dominata
da un antico castelo abbandonato. Luigi accoglie tutti nella sua
casa, ma prima di aiutarli parla con loro, “sente” cosa c’è
nel loro cuore, e se qualcuno sta barando gli viene chiesto
gentilmente di andarsene. Gli altri vengono ascoltati, liberati dal
loro problema:
<Ma
non sempre è facile. Il male è molto potente, a volte.>
Luigi,
come hai cominciato a entrare in contatto con il mondo
dell’invisibile?
<Da
bambino vedevo un’entità che sembrava un bambino e io ci parlavo,
pensando che anche gli altri ce l’avessero vicino… ma mi
sbagliavo e per questo a scuola mi picchiavano. Sempre durante
l’infanzia c’è stato un periodo in cui stavo malissimo: mia
madre non riusciva a capirne la causa, così mi portò a Piacenza, da
uno che toglieva le fatture. Mi fece stendere, mi avvolse in un telo
bianco e, con l’immagine di Sant’Espedito di fianco, iniziò a
recitare il Rosario, e poi queste parole, che non scorderò mai:
“Devi rientrare nel ventre di tua madre”. In pratica stavo
morendo per una fattura e lui mi ha salvato la vita, smisi di parlare
per un anno dopo questa terribile esperienza. Gli anni seguenti
furono molto irrequieti per me, diventavo sempre più solitario e
volevo andarmene da queste campagne, tutto mi andava stretto. Fui
affascinato dal mondo del cinema e per questo mi trasferii a Roma,
dove conobbi molti personaggi famosi dell’epoca, mantenendomi con
qualche particina o servizio fotografico. Ma c’era qualcosa che non
andava in quel mondo, lo percepivo, e la sensazione è diventata
certezza quando davanti a un crocefisso, in una chiesa di Roma, ho
visto un mare di sangue. Era come se Cristo mi stesse dicendo:
“Guarda quanto male mi hai fatto”. Chiusi definitivamente con il
mondo del cinema, mi trasferii a Sanremo e lì imparai a leggere le
carte.>
Poi
aggiunge, con un sorriso sornione:
<Ma
mi raccomando, non devi credere alle carte. Io le faccio, ma sono
solo carte... tarocchi. Non bisogna lasciarsi condizionare.>
Parole
che sembrano una contraddizione, ma che nascondono il vero messaggio:
<Per
prima cosa bisogna credere in Dio... pregare. E’ soprattutto grazie
a questo che il nostro destino può cambiare in meglio... che il male
può essere sconfitto. Ogni mattino, quando si posano i piedi dal
letto, bisogna pronunciare questa frase, che crea come uno scudo dal
maligno: “Provvidenza divina, provvedi”.>
Luigi
è un caleidoscopio di molte capacità, filtrate da un legame
speciale con la madre, che quando lui era piccolo, prima di andare a
lavorare nella stalla, “interrogava il fuoco” per sapere che
giornata sarebbe stata: se il fumo andava su dritto sarebbe stata
buona, se andava a destra brutta:
<Ho
visto fare questa cosa a mia madre mille volte e il fumo
difficilmente sbagliava pronostico. Tre giorni prima di morire mia
madre e io facemmo lo stesso identico sogno, in cui si annunciava
quello che sarebbe successo… il giorno stesso della sua morte, mia
madre si preparò come se dovesse partire… si fece il bagno, si
cambiò e quando mi vide uscire da casa mi salutò promettendomi di
venirmi a trovare…e lo ha fatto tante volte, suonando dei
campanelli…>
Luigi,
quindi esiste l’aldilà?
Esiste
sì e non dobbiamo aver paura della vita oltre la morte. Io ho visto,
grazie a mia madre che mi ha portato di là una notte: è un mondo di
luce, bianca, bellissima, e io ero come una piuma, una sensazione
magnifica. Ho visto le persone che conoscevo e che non sono più con
noi, erano come quando ci hanno lasciato. Ho chiesto a mia madre se
si soffre nel passaggio lei mi ha spiegato di no perché pochi
secondi prima che il cuore si fermi lo spirito si stacca dal corpo e
fluttua verso il mondo di luce.
Perché
le persone ti cercano?
Mi
cercano perché non stanno bene, non sono in armonia con se stesse,
hanno atteggiamenti in cui non si riconoscono, hanno rabbia
incontrollabile, disturbi al sonno. Io le faccio venire a casa mia e
come entrano inizio a percepire le prime cose: per esempio, quando
sono colpite da una fattura hanno occhi incantati, sguardi assenti…
mi faccio spiegare da loro perché hanno sentito la necessità di
contattarmi e poi inizio il percorso. Poco tempo fa è arrivato qui
un signore che diceva di non riconoscersi più: aveva degl’occhi
impressionanti, sbarrati, fissi, quasi se il suo sguardo fosse
rivolto al maligno. Dopo aver parlato con lui ho avuto per ore un mal
di testa insopportabile, avevo assorbito tutta la sua negatività, e
lui più passava il tempo più si rilassava al punto quasi di
addormentarsi. Come se il macigno che comprimeva il suo spirito si
fosse pian piano alleggerito. Poi mi sono fatto portare i cuscini del
letto dove dormiva abitualmente, aprendoli ho trovato la lana
attorcigliato a serpente, segno inconfutabile che qualcosa di molto
potente lo aveva colpito per fargli male…molto male. E di male
effettivamente gliene aveva già fatto: quest’uomo non riusciva più
ad avere rapporti sereni con nessuno, era diventato altro da sé. Era
in balia di qualcosa di molto potente: gli ho chiesto, come sempre,
di cercare il contatto con la fede… pregare e aver fede è comunque
uno schermo. A
volte servo la Santa Messa come se fossi un chierichetto. I sacerdoti
sanno quanto credo in Dio.
Quindi
l’esercizio del male ha una propria sintamotologia… ma fino a che
punto può arrivare?
Ci
sono persone che possono volere addirittura la morte di qualcun
altro, e purtroppo queste cose esistono davvero. Combattere questa
battaglia è faticoso, impegnativo... insomma non è uno scherzo e
bisogna essere pronti. Mi è capitato anche di essere a tu per tu con
il demonio, un’esperienza terribile, e in questi casi comunque è
indispensabile l’intervento di un esorcista. Ricordo una donna
toscana qualche anno fa che non sapeva più come fare e a chi
rivolgersi per eliminare quel terribile malessere che aveva dentro di
sé. L’ho accompagnata da un prete qui della zona, e durante
l’esorcismo ho visto cose terrificanti: gridava, si contorceva come
un serpente e aveva una forza sovraumana… non voleva entrare in
chiesa, non voleva guardare l’immagine di San Michele mentre il
prete recitava la preghiera di liberazione… una vera guerra,
ricordo la fatica per tenerla ferma, poi finalmente la pace. Il
demonio, ogni tanto, viene a farmi visita di notte, come per
ricordarmi che lui esiste e che si ricorda di me. Una notte ha
cercato di strangolarmi... ma non ci è riuscito. Si vince sempre, se
si ha fede.
La
storia di Luigi fa riflettere su molte cose. Una su tutte: il male.
Un male voluto, esercitato, un male che può nascere anche
dall’invidia che intossica molti rapporti tra le persone. La
pratica del male è esercitata con dei veri e propri rituali che
sopravvivono ancora in quest’epoca moderna, più di quanti si
sospetti. E dall’altra parte, contrapposto, il bene con le sue armi
e i suoi eserciti fatti di religiosi e di persone come Luigi.
Terminata l’intervista, mi accompagna alla macchina e indica il
castello abbandonato che domina lo sfondo. Lui lo guarda assorto:
A
che stai pensando, Luigi?
<C’è
un’entità, là dentro... credo la vecchia proprietaria, che non
riesce a staccarsi dal posto. Un giorno ero lì accanto e ho sentito
chiaramente una sensazione di gelo e di qualcosa che mi schiacciava
il torace, quasi impedendomi di respirare. Avere certe capacità
significa anche questo.
E
da giovane “vidi” in anticipo l’inaspettata morte di mio
fratello. A volte il mio dono diventa un peso. Ma Dio mi aiuta a
sopportarlo.>
Benedizione
e maledizione. Bene e male. Una battaglia antica come il mondo.