Tutta
la documentazione dell’antico Stato Landi è conseravata a Roma
presso l’Archivio Doria Landi Pamphily (insostituibile tesoro di
documenti per chi voglia compiere studi approfonditi sulla nobile
famiglia dei Landi e sui feudi che per secoli possedette a Bardi,
Compiano, Borgo Val di Taro e in tutto il territorio compreso nelle
valli di Ceno e Taro). Il professor Vignodelli Rubrichi, archivista
per molti anni dell’archivio, con un lavoro da vero certosino,
elencò e catalogò tutto il materiale presente nell’archivio
romano, pubblicando alcuni testi tratti dal “Fondo Landi” e
precisamente:
- “Regesti delle pergamene dall’anno 865 al 1250”.
- “Regesti delle pergamene dall’anno 865 al 1625”.
- “Fondo Landi-Carteggio”.
Nel
testo riguardante il carteggio, il professor Vignodelli Rubrichi,
elencando il materiale conservato nello scaffale 79, busta 55
dell’archivio stesso riporta, tra l’altro, gli estremi della
lettera seguente:
“Anno
1551, notizie autografe sullo stemma e sulla famiglia, sui figli e
la moglie apparsagli dopo morta di
Agostino Landi di Bardi”.
Grazie
all'aiuto del professor Francesco Berni di Roma, di origini
bardigiane, che si interessò presso l’archivio di Roma per farmi avere copia della lettera, e grazie
alla dr.ssa Giustina Scarola della Biblioteca Palatina di Parma che,
con grande gentilezza e competenza, decifrò la cinquecentesca
scrittura del principe Agostino, pubblicai negli anni ’90 del
secolo scorso due brevi saggi:
“Il
Principe Agostino Landi e il fantasma della moglie Giulia” –
1992, ristampato e aggiornato nel 1997 con un nuovo titolo “Il
fantasma di Giulia Landi moglie del principe Agostino”.
Oggi
vorrei ripresentare alle amiche/amici interessati il documento
tradotto del signore di Bardi sul suo incontro con la moglie.
La
lettera che segue, oltre all’interesse sull’apparizione del
fantasma, è molto utile per le notizie biografiche sulla famiglia
Landi. Agostino da un’immagine della moglie dolce da cui traspare
un profondo affetto e nostalgia per la sua perdita, (insopettabili
sentimenti per un uomo spietato come egli fu); nulla a che vedere con
le terribili immagini che la contemporanea letteratura dell’orrore
ci ha presentato in questi decenni; basti pensare a mostri e fantasmi
che uno dei maestri dell’horror Stephen King descrive nei suoi
fortunati libri. Gli spettri per King sono spesso l’incarnazione
del male spesso trionfante, e non sono certo uno struggente attimo di
una visione d’amore perduto. Le tre apparizioni avvennero non nella
fortezza di Bardi ma nell’importante palazzo piacentino di
proprietà della famiglia, dove spesso i Landi dimoravano.
Le
apparizioni furono tre:
- 18 agosto 1546
- 21 agosto 1546
- 12 novembre 1546
LA
LETTERA AUTOGRAFA DI AGOSTINO IN LINGUA CORRENTE:
Il
28 gennaio 1516, in lunedì, nacque la signora Giulia Landi Contessa
di Compiano, dal Conte Manfredo, figlio del Conte Pompeo Landi, e
della signora Caterina dell’illustrissimo casato dei Visconti di
Milano, erede del Conte Pompeo suo avo di oltre due mila scudi di
entrata ogni anno; la quale signora a 17 anni nel mese di febbraio
del 1533 in Compiano fu data in sposa a me, Agostino Landi, suo
secondo cugino, avendomi portato in dote ogni cosa ed avendo
partorito, di dodici volte che fu in stato di gravidanza, 2 figliole
femmine, Ortensia e Porzia ancora viventi, e 5 figli maschi chiamati
il primo Pompeo, morto alla nascita, il secondo Giulio Augusto
Manfredo (1) tuttora vivente, il terzo Claudio (2), tuttora vivente,
il quarto Marcantonio, che vissuto un mese, morì, il quinto Orazio,
che non visse nemmeno un’ora, dal parto del quale (Giulia) essendo
stata inferma diciassette giorni con febbre altissima, tra le ore sei
e le sette di martedì dieci agosto 1546, nel giornio di San Lorenzo,
morì, dopo aver vissuto con me 13 anni e sei mesi, con mio così
grande dolore e affanno che ho la speranza di raggiungerla al più
presto.
La
stessa Giulia nell’aurora del 18 agosto 1546, mi apparve nella
solita sua camera e sedendo sopra una cassa di noce, parve dirmi:
“Consorte, perché Vostra Signoria non viene mai qui a vedermi?
(trovarmi).
A
questa domanda risposi: “Vosta Signoria, (segue la descrizione
dello stamma in maniera schematica), Il nostro stemma è composto da
sei onde azzurre e dorate. Un cane dal pelo lucido con orecchie
lunghe ed abbassate, dal….nero (simile a quello che Virgilio pone
accando a Evandro). Un elmo (celata) con la visiera alzata. L’insegna
ricalca i colori ed il disegno dello stemma imperiale, come da
donazione di Federico di Svevia ad Umbertino Landi. L’aquila
coronata, secondo lo stemma regale di Sicilia, (Stemma Imperiale).
Sullo sfondo vi sono sei bande orizzontali azzurre e dorate, in mezzo
una banda bianca trasversale, secondo l’insegna di Venafro. La
motivazione della descrizione dettagliata è fare memoria della
nobiltà del casato; è giusto e decoroso riconoscere importanza a
questo stemma perché i somboli essenziali l’aquila ed il cane,
indicano rispettivamnte la potenza, l’attitudine alle armi e la
fedeltà. (Fine descrizione schematica dello stemma).
“Mi
accarezzi (Agostino si sta sempre rivolgendo a Giulia) se volete che
io venga da voi”. Ed ella mi rispose “mandate
via dunque queste donne”
e dopo che esse se ne furono andate, gettandomi le braccia al collo e
baciandomi, sparì tra le mie lacrime, e questa fu una cosa
meravilgiosa. Il
giorno 21 dello stesso mese, mentre dormivo nel letto della sua
camera mi apparve nell’alba, mi sembrò averla a letto con me, e
che abbracciandomi mi dicesse : “Consorte
Voi fate un grande torto a non amarmi, perché io vi amo più di ogni
altra cosa”,
E, mentre volevo risponderle, mi svegliai addolorato e bagnato dalle
tante lacrime versate nel suo ricordo, che continuamente porto dentro
di me. 1546, Agostino Landi infelice, di mano propria scrisse questo.
12
novembre a Piacenza, nella nostra solita stanza e nel nostro letto
matrimoniale, la felice mia consorte mi apparve vestita sulla parte
destra, e guardandomi, sembrava non dire nulla, ma che gradisse le
carezze e feste che io gli facevo e, sparendo, mi lasciò piangente e
addolorato.
- Nato a Piacenza il 23 dicembre 1541 alle ore 14,00.
- Nato a Piacenza il 13 agosto 1543 alle ore 13,00
A
tergo: 1551, di agosto. Discorso e vagamenti circa l’arma Landi di
Sua Eccellenza, di mano del signor principe Agostino.
Buonasera,
RispondiEliminanon sappiamo se il volume sia ancora in vendita.
Può provare a chiedere direttamente all'ufficio turistico di Bardi o a Giuseppe Conti.
Grazie