di Paolo Panni
Salsomaggiore Terme è città ricca di misteri e leggende che riguardano tanto il nucleo urbano quanto le frazioni. Fra le storie più curiose e particolari vi è quella del fantasma del bambino che piange.
Volendo fare una battuta, ed ogni tanto per sdrammatizzare serve, verrebbe da dire che è la storia del fantasma “sfrattato e trasferito”. Perché questa vicenda tra origine da un luogo che non esiste più, vale a dire la casa di un affermato medico salsese, il dottor Edoardo Branchini. Abitazione che, prima di essere abbattuta, è rimasta per molti anni in stato di abbandono. Al piano superiore era stato posizionato un seggiolone da bambini e pare che, in passato, diverse persone abbiano notato, in quel punto, il fantasma di un neonato in lacrime. Cosa c’è di vero e di inventato? Qual è il confine tra realtà e frutto della fantasia umana? Difficile dare risposta. Emilia Misteriosa si limita a prendere atto delle testimonianze senza pronunciarsi sull’ipotetica veridicità dei fatti che, oltretutto, non possono più essere accertati dal momento che di quella casa è rimasta solo la memoria. L’abitazione, ormai alcuni decenni fa, è stata abbattuta e così la vicenda dello spirito del bambino che piange è stata “trasferita” nella ben più grande “Casa del bambino” di viale Porro che sorge nelle immediate vicinanze del luogo in cui si trovava la casa del dottor Branchini.
La Casa del Bambino è da tempo in condizioni di avanzato abbandono, fatiscenza e decadenza (al pari di molti palazzi Liberty e Déco salsesi): uno dei simboli più evidenti di una Salsomaggiore che non c’è più. Ma la sua storia è di assoluta rilevanza.
Era un luogo del tutto diversa dalle colonie gestite dalle aziende private per i figli dei dipendenti, dai comuni o dalla Pontificia opera assistenza, emanazione della Città del Vaticano. Una peculiarità, quella della casa del bambino, rievocata anche dalla storica salsese Silvia Cabassi in un suo scritto del 2011.
Per 35 anni, la Casa del bambino è stata il simbolo di una sempre più intensa attenzione alla prevenzione e alla cura della salute dei bambini: un vero e proprio albergo, seppur a formato ridotto, creato espressamente per accogliere i piccoli ospiti dai 5 ai 12 anni bisognosi di cure, disponendo di un’adeguata e continua assistenza medica. La Casa era infatti diretta dal Primario della Clinica Pediatrica dell’Università di Parma e un medico pediatra vi risiedeva in permanenza. Il settore alberghiero era integrato da un completo impianto di cure salsoiodiche, comprensivo di bagni, inalazioni, polverizzazioni e cure fisiche.
Dell’efficacia delle acque salsobromoiodiche nelle affezioni delle vie respiratorie dell’età infantile, il professor Cesare Cattaneo era stato il primo e convinto assertore: già primario della Clinica Pediatrica Universitaria milanese, a Salsomaggiore Direttore Sanitario dello stabilimento termale egli, anticipando la nascita della Casa del Bambino, aveva intuito l’esigenza di creare a Salso un luogo di cure per i bambini ed aveva trovato gli spazi per ospitarli, l’Istituto Medico (ora Villa Igea) dove alloggiavano, mentre al reparto Riva dello stabilimento Magnaghi effettuavano le cure.
Nel pieno centro dell’attività termale fra le due guerre, vale a dire negli anni Quaranta, l’allora Società delle Terme si rese quindi conto che anche i bambini di tutte le classi sociali avrebbero potuto partecipare alle cure termali in apposite strutture da realizzare. Sorse così l’iniziativa di costruire un complesso capace di erogare cure termali a turni di 50/60 ragazzi e di dare loro alloggio nel complesso stesso. Venne abbattuta così la villa chiamata Casa Fino, una delle tante costruite nel ventennio precedente, ed al suo posto fu costruito il primo nucleo della Casa Termale del Bambino inaugurato nel 1942 dall’allora Ministro delle Finanze, Thaon di Rèvel. La benedizione al nuovo complesso venne impartita da mons. Artemio Prati parroco di San Vitale alla presenza di un vasto schieramento di uomini politici locali e provinciali. I salsesi si abituarono quindi, tranne negli anni cruciali della guerra che volgeva disastrosamente al termine, a vedere passeggiare nei viali e nei parchi cittadini squadre di ragazzi sorvegliati dalle operatrici termali che li ricevevano in consegna dai genitori all’inizio del turno di cura mentre gran parte della giornata, dopo le cure, veniva trascorsa dai giovani ospiti in un vastissimo parco a disposizione della struttura.
Nel corso della sua attività la Casa Termale del Bambino registrò un continuo aumento di richieste tanto da richiedere la realizzazione di un secondo corpo termale direttamente unito a quello esistente ma, inopinatamente, l’azienda termale decise la chiusura del complesso negli anni Settanta. Per alcuni anni, inoltre, la Casa del Bambino fece da supporto all’albergo Valentini per permettere le cure ai salsesi nel periodo invernale. Oggi l’edificio è in pieno degrado e fatiscenza; uno spettacolo davvero indecoroso nel centro della cittadina termale. Un luogo che, per altro, è spesso al centro delle incursioni di ragazzini, ma anche di appassionati di misteri e paranormale. Come evidenziato in un servizio della celebre trasmissione televisiva “Striscia la notizia” è stata purtroppo anche al centro dell’azione di satanisti.
Stando a testimonianze raccolte e a voci che si rincorrono sembrerebbe che, all’interno dell’edificio, in più di un’occasione siano stati accertati fenomeni anomali e curiosi, su quali non vogliamo naturalmente entrare.
Fatto sta, tuttavia, che la Casa del Bambino, pur nel suo inesorabile “silenzio” continua a tenere viva la vicenda, quella del presunto bambino che piange, che è tra le più ricordate e originali nella zona di Salsomaggiore.
FONTI SITOGRAFICHE
www.mondieviaggi.eu
fidenza_luoghi.blogspot.it
www.amicidisalsomaggiore.it
it.paperblog.com
www.robertotanzi.it
SI RINGRAZIANO PER LA PREZIOSISSIMA COLLABORAZIONE CORRADO E MANRICO LAMUR. SENZA DI LORO QUESTO REPORTAGE NON SAREBBE MAI STATO EFFETTUATO.
LE FOTO SONO STATE GENTILMENTE CONCESSE DA MANRICO LAMUR.
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